Di Gerardo Valentini
Cattiva informazione. E quindi, visto che l’asserzione arriva da un ministro in carica come Guido Crosetto, cattiva politica: che manca di rispetto ai cittadini, trattandoli come un pubblico credulone a cui ammannire delle pseudo rivelazioni a effetto, e che confonde i messaggi istituzionali con la propaganda a senso unico.
Crosetto lo afferma: «Mi sembra che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida». Una strategia che la Wagner «sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni Paesi africani. Lo scontro globale che il conflitto ucraino ha aperto utilizza l’immigrazione incontrollata per colpire i Paesi più esposti, in primis l’Italia».
Tajani gli va dietro: «Non vorrei che ci fosse qualche tentativo di spingere migranti verso l’Italia». Un pizzico di cautela in più, però guardandosi bene dal contraddire il collega di governo.
Un avallo che non si può ridurre a mera cortesia tra membri dello stesso esecutivo e che, al contrario, non va affatto sottovalutato: perché unisce sulla medesima linea il titolare della Difesa e quello degli Esteri, ribadendo l’ufficialità della tesi. E spianando la strada alla grancassa mediatica.
Per esempio: “I migranti li manda la Russia”.
Ieri il quotidiano Il Tempo apriva così, con un titolo a tutta pagina. E senza nemmeno le virgolette, che si utilizzano per far capire subito che non si tratta di un dato di fatto ma della dichiarazione di qualcuno. Il quale, appunto, non sta rivelando una verità oggettiva ma esprimendo un proprio punto di vista. Più o meno fondato – questo lo giudicheranno i lettori attraverso l’articolo e le eventuali altre fonti che vorranno consultare – ma comunque opinabile.
Con un’ulteriore e duplice aggravante, in questo caso.
Semplificare. Ovvero, manipolare
Primo: si diffonde l’idea (falsissima) che un fenomeno multifattoriale e di lungo periodo come l’immigrazione clandestina sia dovuto all’azione ostile di un soggetto specifico. Che semmai, e tutt’al più, soffia sul fuoco di dinamiche che sono in atto per motivazioni proprie e che, quindi, continuerebbero a svolgersi comunque.
Secondo: si perpetua la demonizzazione della Russia di Putin, spacciandola per la causa principale degli squilibri sociali ed economici in cui sta sprofondando l’Europa. Nonché, in parallelo, dell’instabilità di altre aree del pianeta, ivi incluse le nazioni africane o mediorientali che affacciano sul Mediterraneo. Come se in tutto ciò che le ha rese turbolente o persino ingovernabili – dalla cosiddetta “primavera araba” all’azione sovversiva dell’ISIS, e dalla disintegrazione della Libia post Gheddafi alla guerra civile in Siria – non ci fosse stato, eccome, lo zampino dell’Occidente. Asservito, come al solito, agli interessi e alle strategie degli USA.
Ai più ingenui potrebbero apparire le classiche semplificazioni che imperversano nei mass media. E che, a forza di talkshow e affini, hanno trasformato il dibattito pubblico in un battibecco incessante, tanto acceso quanto superficiale. La cui priorità non è confutare le tesi dell’avversario di turno argomentando a fondo il come e il perché, in modo da permettere agli spettatori/elettori di comprendere appieno le ragioni e i torti delle varie parti, ma screditarle con ogni mezzo.
Poca obiettività, molta faziosità.
Poca riflessione autentica, molta contrapposizione viscerale. E strumentale.
Un degrado che erode sempre di più la consapevolezza collettiva e che fatalmente si trasmette (già: le trasmissioni trasmettono) alla società nel suo insieme.
Da un governo “di destra” ci aspettiamo di più e di meglio. Ci attendiamo un recupero valoriale e culturale che dimostri una volta per tutte la pretestuosità dei sedicenti progressisti e delle loro ipocrite battaglie sul politicamente corretto, l’inclusività indiscriminata e altre analoghe sciocchezze. Non altra retorica sull’Occidente buono e democratico che aspira a diffondere nell’intero pianeta il benessere liberista e i cosiddetti diritti universali.
Le cose sono assai più complesse. Biden non è l’Arcangelo Michele che ci difende dal drago di Mosca e Putin non è il folle autocrate che è mosso soltanto dalla propria megalomania.
I babau vanno bene sì e no per i bambini. Non per dei cittadini adulti e degni della sovranità nazionale.
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